PRESENTAZIONE |
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Ciao a tutti!
Sono Manuele e scrivo dall'Italia, più
precisamente dalla provincia di Cuneo, e quindi
le mie origini risiedono nella splendida cornice
delle sue stupende montagne, le Alpi Marittime,
luoghi magici ove ancora è possibile ascoltare
quella che amo definire "la musica dei silenzi". Avanzo questa
semplice biografia al solo fine di manifestare i
miei ideali umani, etico morali, spirituali ed
emotivi, svolgendo così una sorta di analisi
introspettiva che, in quanto tale, andrà
sinergicamente a comprendere tutti gli aspetti
salienti, ed a mio avviso esaustivi, della
personalità umana, delle sue debolezze e delle
sue aspirazioni esistenziali. Invero, ritengo
che il solo quadro sociale, ovvero la semplice
analisi della società in cui viviamo, siano la
più esplicita testimonianza di come il
materialismo, l'individualismo, l'egoismo,
l'ipocrisia, la superficialità, abbiano preso il
sopravvento sui primitivi, paradisiaci e
validanti valori della vita, proprii di un tempo
forse ormai troppo lontano. Del resto, non ci
si può esimere dal riconoscere che il benessere
abbia necessariamente comportato un mutamento in
meglio nella condizione generale della vita,
condizione, questa, alla quale si è però
contrapposto un degrado ed un regresso che
nessuno può negare di constatare
quotidianamente. Non a caso, già
gli antichi filosofi sostenevano che il
difficile della vita è vivere le cose semplici,
e ritengo che questa asserzione sia quanto mai
esaustiva e veritiera di quella condizione
sociale, e del conseguente disagio esistenziale,
nel quale ci troviamo oggi a vivere. Basti pensare
che, senza volersi nascondere dietro
l'ipocrisia, né volendo enfatizzare
un'espressione di pensiero, oggigiorno
assistiamo al triste fenomeno secondo cui,
proporzionalmente parlando, ad una crescita del
patrimonio etico, morale, spirituale ed emotivo
dei soggetti che ancora possiedono la propria
integrità interiore, si contrapponga il
dilagante egoismo e la sempre crescente
indifferenza della maggioranza dei soggetti. Ciò ha
determinato, e determina ancora oggi, il
conseguente stato di isolamento e di solitudine
morale ed emotiva nella quale versano buona
parte di coloro che, nel rispetto del nobile
sentimento dell'Amore verso il proprio "io", del
prossimo, e del mantenimento dell'integrità dei
propri ideali umani, si ritrovano ad essere
moralmente soli. Non a caso, basti
pensare che, per meglio esplicitare questo
sostanziale paradosso esistenziale, si possono
analizzare tutte quelle molteplici situazioni di
persone che, pur provenienti da realtà familiari
e sociali assai integre e colme di ogni e
possibile strumento di miglioramento, hanno
generato e sviluppato la propria personalità su
falsi valori umani, su evidenti miraggi,
divenendo oltremodo soggetti privi di ricchezza
interiore, di amor proprio, di rispetto per il
prossimo e per tutto ciò che, nella vita,
realmente dovrebbe contare. Viceversa, si è
potuto assistere ad altrettante realtà nelle
quali, pur in presenza di una pessima scuola a
livello familiare, nonché priva di ogni e
qualsiasi riferimento morale, si siano generati
soggetti colmi di valori, di Amore per il
prossimo, di paradisiaca bellezza e ricchezza
interiore, nonché, e soprattutto, di grande
umiltà. Personalmente, ho
sempre ritenuto, ed ancora oggi ritengo, che la
più grande dote e virtù dell'uomo fosse, e sia,
l'umiltà. Sì, perché il valore etico, morale e
spirituale dell'umiltà, inteso nel suo più
primitivo senso etimologico e sostanziale, è un
qualcosa di talmente grande, nobile e sublime,
che neppure la dialettica contemporanea, per
quanto potenzialmente ricca, potrebbe mai
riuscire a darne una meritevole dimensione ed
una corretta ed oggettiva spiegazione di
riferimento. Ad oggi, però, a
quella stessa superlativa virtù, ritengo se ne
debba accostare un'altra che, pur essendone
praticamente figlia diretta, ha assunto ed
assume altrettanta importanza proprio in ragione
dei tempi che viviamo. Quest'ultima virtù, io la
definisco come il "coraggio della verità", e
rendere esaustivo questo concetto apparentemente
semplice e di facile esternazione, è qualcosa di
assai complesso, atteso che il medesimo va ad
interagire sulla quasi totalità dei valori umani
per eccellenza. È quindi
superfluo sottolineare che la verità, in ogni e
qualsiasi situazione la si voglia assumere, ha
sempre comportato e comporta un suo alto prezzo
da sostenere, visto che, come si suol dire, in
ogni circostanza della vita, mentre le falsità
possono essere milioni, la verità è, e sempre
rimarrà, una ed una soltanto. Peraltro, è
parimenti giusto osservare che, spesso, si
sostiene che, a volte, una bugia aiuta il più
generale contesto della verità, ma questa
asserzione, ovviamente e pienamente opinabile, è
da assumersi più come una giustificazione a
discolpa che come un fatto da appalesarsi a
strumento di positiva utilità. Questa
riflessione la si è voluta assumere al solo fine
di rendere esaustivo ed innegabile il concetto
secondo cui, soggettivamente parlando, e lo si
può anche ritenere legittimo, ognuno di noi è
portato a manifestare agli altri solo gli
aspetti positivi di sé stesso, e non anche
quelli negativi. In questo contesto, però, si
inserisce anche, ed a pieno titolo, il fatto
secondo cui, spesso, si contestano ad altri
comportamenti che sono nostri propri, poiché
questi ultimi li riusciamo ad identificare solo
in capo agli altri e non anche a noi stessi. Ecco allora che,
alla sublime virtù dell'umiltà e del coraggio
della verità, si affianca anche quella della
oggettiva capacità autocritica di analisi su sé
stessi, ovvero quella condizione di sostanziale
autoesame nella quale il soggetto, ad ogni sua
azione, comportamento o valutazione di fatti,
riesce a contrapporre una coerente, trasparente
ed onesta analisi delle medesime situazioni su
sé stesso. A mio avviso,
quindi, il possesso primario, ma non fine a sé
stesso, di tali nobili e validanti virtù, pone
il soggetto nella condizione di essere uomo, o
donna, "veri". Invero, la vita,
legittimamente intesa come un viaggio attraverso
la ricerca della felicità, della serenità, della
crescita interiore, della gioia emotiva,
ovviamente per coloro che pongono questi valori
come precipui della loro esistenza e nella scala
delle priorità, deve sì incentrarsi sull'onestà,
sulla lealtà, sulla correttezza, sulla
trasparenza morale e spirituale,
sull'inipocrisia, sull'altruismo, sulla
dolcezza, sulla saggezza, ma anche sul fatto di
contrapporre, alla necessaria ed ovvia maturità
intellettuale, il fatto di rimanere emotivamente
bambini. Sì, perché nell'innocenza propria dei
bambini, che tanto sanno insegnare ai grandi, si
cela la purezza stessa dei sentimenti e
dell'integrità umana, intesa nel suo "io" più
remoto. Ho voluto quindi
significare, anche se solo sinteticamente,
questo mio spazio di pensiero, al fine di
introdurre il più generale, ma anche
particolare, valore dei contenuti che
seguiranno. Preliminarmente,
dunque, non può che valorizzarsi il concetto di
base secondo cui, nostro malgrado, ad un sempre
crescente possesso di veri valori umani, etico
morali, spirituali ed emotivi, si contrapponga,
per le stesse persone che li possiedono e sui
quali fondano la loro esistenza, una sorta di
solitudine interiore, o comunque, nei casi
peggiori, il fatto di essere classificati come
persone fuori dal mondo, non alla moda con i
tempi, e quindi alieni rispetto alla società
stessa. Ecco però che,
proprio in questa condizione, trovano posto,
luogo e peso, l'Anima, il Cuore e la Coscienza
umana del soggetto che, laddove isolato, o
comunque non condiviso, non capito, o peggio
ancora giudicato retrogrado o fuori dalla
realtà, trova il coraggio e la forza per
rimanere se stesso, per mantenere la propria
integrità morale e spirituale ed anzi, ancor
più, per esaltare quelle stesse virtù che, alla
resa dei conti, in buona sostanza, sono poi la
causa medesima ed originaria delle sofferenze
della vita, non ultima, come detto, quella della
solitudine morale. Personalmente,
per quanto mi riguarda, l'importante è sempre
stato il fatto di essere me stesso, affinché
anche la realtà di ogni mio più piccolo attimo,
potesse sempre essere la trasparenza morale del
mio "io". Certo è che,
prima di ogni altra cosa, devo ammettere la
miriade di limiti, difetti, miserie, di cui sono
consapevole e cosciente portatore. Se volessi, o
chiunque volesse, come sopra osservato,
nascondere agli altri i propri difetti ed
apparire solo in positivo, sarebbe certamente un
discorso da semplici ignoranti, privi di
razionale ed oggettiva coerenza, ed altrettanto
privi della grande virtù dell'autocritica,
quell'analisi introspettiva che, più di ogni
altra cosa, permette di guardare sempre e
costantemente la realtà per quello che
effettivamente è. Auspico che
queste riflessioni, per coloro che hanno avuto
la bontà e la pazienza di leggermi, possano
essere di gradimento e, magari apparendo
peccante di presunzione, motivo di riflessione e
di crescita morale, spirituale ed emotiva,
atteso che, pur in presenza di un mondo ricolmo
di negatività, di ripetuti eventi inaccettabili,
di innumerevoli ingiustizie, di esasperato
egoismo, è umano e legittimo assumere che non vi
sia risposta e giustificazione alcuna a tutto
ciò. Personalmente,
però, credo, e continuo a credere che, al triste
e desolante panorama esistenziale appena
cennato, una risposta vi sia, e questa risposta
sia soltanto l'Amore. Solo attraverso
di esso possiamo essere artefici di un qualche
auspicabile cambiamento, posto che, tante
piccole e singole azioni di Amore, di Carità, di
Rispetto, di Perdono, possono, nel loro insieme,
fare moltissimo, e contribuire a costruire un
mondo migliore. Se anche non
possiamo fare grandi cose, possiamo però fare
piccole cose con grande Amore. Siamo in questo
mondo per servire, e che non vive per servire,
non serve per vivere. Fare del bene fa bene a
chi lo fa, prima ancora che a chi lo riceve. Grazie per il
tempo speso a leggermi. Manuele
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