S I M P L E W O R D S |
INVITO A RIFLETTERE
Signore donami: pensieri comprensivi verso i miei fratelli, privi di giudizi negativi e di malignità. Fa che veda il bene negli altri ed il negativo che è in me.
Signore insegnami: ad avere parole di carità, di perdono, di comprensione, e non parole di calunnia e di condanna.
Signore aiutami: ad usare la mia voce per annunciare la tua lode, e portare conforto a chi soffre, e non per denigrare o mentire.
Signore accoglimi: nella tua misericordia, perché sono solo un servo inutile che non sa amarti.
Signore, nel tuo Amore vivo, e nel tuo Amore spero di morire.
|
SALMO 121
1 Alzo gli occhi
verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? 2 Il mio aiuto viene
dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. 3 Non lascerà
vacillare il tuo piede, non si addormenterà il
tuo custode. 4 Non si
addormenterà, non prenderà sonno il custode
d’Israele. 5 Il Signore è il tuo
custode, il Signore è la tua ombra e sta alla
tua destra. 6 Di giorno non ti
colpirà il sole, né la luna di notte. 7 Il Signore ti
custodirà da ogni male: egli custodirà la tua
vita. 8 Il Signore ti
custodirà quando esci e quando entri, da ora e
per sempre.
|
State molto
attenti a non far piangere una donna, poiché Dio
conta le sue lacrime. La donna è uscita dalla
costola dell’uomo, non dai suoi piedi perché
debba essere pestata, né dalla testa per essere
superiore, ma dal fianco per essere uguale, un
po’ più in basso del braccio per essere protetta
e dal lato del cuore per essere amata.
|
Respirare l'aria, parlare, camminare, afferrare qualcosa con le mani. Essere questo incredibile Dio che io sono. Oh meraviglia delle cose, anche delle più piccole particelle. Oh spiritualità delle cose. Io canto il sole all'alba ed a mezzogiorno, o come ora al tramonto. Tremo commosso per la bellezza e la saggezza della Terra e di tutte le cose che crescono sulla Terra. Io credo che un filo di erba non sia inferiore ad un giorno di lavoro di una stella. E dico che la Natura è eterna, la Gloria è eterna. Lodo con voce inebriante, perché non vedo una sola imperfezione nell'universo, non vedo una causa od un risultato che, alla fine, sia un male. E la domanda si ripete: cosa c'è di buono in tutto questo? La risposta è che tu sei qui, che esiste la vita, che sei vivo, che il potente spettacolo continua e tu puoi contribuire con un tuo verso. |
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere così come sei. Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore. La vita è come un’opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita, prima che l’opera finisca priva di applausi. |
Vero Amore Un signore
anziano arriva in un ambulatorio medico
per farsi curare una mano nella quale
aveva una ferita. Con molta
insistenza, chiede di essere atteso con
urgenza, in quanto dice di avere un
importante impegno. Il medico di
turno, incuriosito, chiede cosa avesse
di tanto urgente da fare. Il simpatico anziano risponde che tutte le mattine va a visitare sua moglie, che è ricoverata in una casa per anziani, essendo
affetta dal morbo di Alzheimer in fase
molto avanzata. Il medico,
preoccupato con i ritardi
dell'ambulatorio nell'attendere le varie
persone presenti, risponde: "allora oggi
sua moglie sarà molto preoccupata per il
suo ritardo?". L'anziano
risponde: "no, perché lei già non sa più
chi io sia. Sono già quasi 5 anni che
non mi riconosce più". Allora il
medico risponde: "ma allora
perché tanta fretta e tanta necessità di
stare con lei tutte le mattine, se tanto
non la riconosce più?". L'anziano,
accennando un sorriso e dando una pacca
sulla spalla del medico, risponde: "lei non sa
più chi sono io, ma io so molto bene chi
è lei". Il medico
trattiene a fatica le lacrime, mentre
pensa… "il vero AMORE non si riduce al fisico, e nemmeno al romantico, il vero AMORE è l'accettazione di tutto ciò che l'altro è, di tutto ciò che un giorno fu, di ciò che sarà domani, e di tutto ciò che non è più". Il vero AMORE non si può spiegare, ma si può soltanto vivere.
|
La Valigetta Un uomo morì, e nel momento del trapasso, vide che Dio si stava approssimando a lui, avendo con sé una valigetta. Dio gli disse: "Bene, figlio, è ora che andiamo". L'uomo, spaventato, chiese: "Già adesso, così rapido? Avevo tanti progetti". Dio rispose: "Mi dispiace, ma è il momento della tua partenza". Allora l'uomo chiese a Dio: "cos'hai nella valigetta?". Dio rispose: "le tue cose!". L'uomo ribattè: "le mie cose?, la mia roba?, il mio denaro?". Dio rispose: "Queste cose mai sono state tue, erano della Terra". L'uomo allora ribattè: "allora sono i miei ricordi?". Dio rispose: "Loro non sono mai stati tuoi, erano del tempo". L'uomo allora chiese: "sono le mie virtù?". Dio rispose: "loro non appartenevano a te, ma alle circostanze". L'uomo allora ribattè: "allora sono i miei amici, i miei famigliari?". Dio rispose: "Mi spiace, ma loro mai sono appartenuti a te, erano solo parte del tuo cammino". L'uomo allora chiede: "mia moglie ed i miei figli?". Dio rispose: "loro mai sono appartenuti a te, erano solo parte del tuo cuore". L'uomo ribattè: "e il mio corpo?". Dio rispose: "mai è stato tuo, perché eri polvere". L'uomo allora chiese: "e la mia anima?". Dio rispose: "no, quella è mia". L'uomo, allora, colmo di paura, prese la valigetta dalle mani di Dio e, al momento di aprirla, scoprì che era vuota. Con lacrime di tristezza e disanimo, l'uomo disse: "allora non ho mai avuto nulla?". Dio rispose: "hai avuto ognuno dei momenti che hai vissuto". La vita è solo un momento, un momento solo tuo. Per questo, fin quando sei nel tempo, sfruttalo nella sua totalità, perché nulla di ciò che credi ti appartenga, lo detieni realmente. Vivi il presente. Vivi la tua vita. E non dimenticare di essere felice, perché è l'unica cosa che vale la pena vivere. Le cose materiali e tutto il resto per cui hai lottato, rimangono qui. Tu non porti via nulla da questa vita. Valorizza quelli ti valorizzano, e non perdere tempo con quelli che non hanno tempo per te".
|
GLI OCCHI DELL'ANIMA
Due uomini, entrambi gravemente
ammalati, occupavano la stessa stanza
d'ospedale.
Uno dei due doveva sedersi sul
letto un'ora al giorno, durante il
pomeriggio, per espellere delle
secrezioni polmonari e respirare meglio.
Il suo letto si trovava di fianco
all'unica finestra nella stanza.
L'altro uomo era costretto a
passare supino le sue giornate. I due compagni di sventura si parlavano per ore. Parlavano delle loro mogli e delle loro famiglie, descrivendo le loro case, il loro lavoro, la loro esperienza al servizio militare ed i luoghi dov'erano stati in vacanza.
Ed ogni pomeriggio, allorché
l'uomo nel letto vicino alla finestra si
poteva sedere, questi passava il tempo a
descrivere al suo compagno di stanza
tutto quello che vedeva fuori.
L'uomo nell'altro letto cominciò
a vivere nient'altro che per questi
periodi di un'ora durante i quali il suo
mondo si apriva e si arricchiva di tutte
le attività ed i colori del mondo
esterno.
Dalla camera, la vista dava su
di un parco con un bel lago. Le anatre
ed i cigni giocavano nell'acqua, mentre
i bambini facevano navigare i loro
modelli di battelli in scala. Gli
innamorati camminavano a braccetto in
mezzo a fiori dai colori
dell'arcobaleno. Degli alberi secolari
decoravano il paesaggio e si poteva
intravedere in lontananza profilarsi la
città.
Mentre l'uomo alla finestra
descriveva tutti questi dettagli,
l'altro chiudeva gli occhi e si
immaginava le scene pittoresche.
Durante un bel pomeriggio,
l'uomo alla finestra descrisse una
parata che passava lì davanti.
Sebbene l'altro uomo non avesse
potuto udire l'orchestra, riuscì a
vederla con gli occhi della propria
immaginazione, talmente il suo compagno
la descrisse nei minimi dettagli. I giorni e le settimane passarono. Una mattina, all'ora del bagno, l'infermiera trovò il corpo esanime dell'uomo vicino alla finestra, palesemente morto nel sonno.
Rattristata, essa chiamò gli
addetti della camera mortuaria perché
venissero a ritirare il corpo. Non appena sentì che il momento fosse appropriato,
l'altro uomo chiese se poteva
essere spostato in prossimità della
finestra.
L'infermiera, felice di potergli
accordare questo piccolo favore, si
assicurò del suo confort e lo lasciò
solo. Lentamente, sofferente, l'uomo si
sollevò un poco, appoggiandosi su di un
sostegno, per gettare un primo colpo
d'occhio all'esterno. Finalmente, avrebbe avuto la gioia di vedere lui stesso quanto il suo amico gli aveva descritto.
Si allungò per girarsi
lentamente verso la finestra vicina al
letto, e tutto ciò che vide fu un muro!
L'uomo domandò all'infermiera
perché il suo compagno di stanza
deceduto gli avesse dipinto tutta
un'altra realtà. L'infermiera rispose
che quell'uomo era cieco, e che non
poteva nemmeno vedere il muro.
"Forse ha solamente voluto
incoraggiarvi", commentò.
Vi è una felicità straordinaria
nel rendere felici gli altri, a
discapito delle nostre proprie
sofferenze. La pena condivisa riduce a
metà il dolore, ma la felicità, una
volta condivisa, si ritrova raddoppiata.
Se volete sentirvi ricchi, non avete che
da contare, tra tutta le cose che
possedete, quelle che il denaro non può
comperare. L'oggi è un regalo, ed è per questo che in molte lingue lo si chiama “presente”.
|
IL CORAGGIO Niente è più bello, meraviglioso, eternamente nuovo e sorprendente, carico di dolce e perenne ebbrezza, del bene. Niente è più sterile, cupo, monotono, tedioso, del male. Ma il bene richiede ostinazione e umiltà. Richiede coraggio. |
LA FORTEZZA
La fortezza è
il coraggio di cercare
ciò che è bene
per sé e per gli altri,
e di compierlo nonostante tutto.
E' il coraggio di resistere
a ciò che fanno tutti,
alle mode, ai sondaggi,
alla maggioranza.
La fortezza è
la capacità di lottare,
anche da soli,
per il bene di tutti,
persino di coloro |